Gli acquedotti gestiti da Umbra Acque S.p.A. nel territorio di competenza, sono
approvvigionati da 218 pozzi e da 281 sorgenti (dato aggiornato al 31.12.2023),
punti di approvvigionamento che insieme agli impianti di potabilizzazione
alimentati dalle acque della diga di Montedoglio sul Tevere, garantiscono il
fabbisogno idro-potabile di circa 500.000 abitanti.
Gli acquedotti
intercomunali principali (nome legato al fatto che riforniscono più comuni) e
le relative fonti di approvvigionamento, tra loro interconnessi, che da soli
forniscono oltre il 80% dell’acqua necessaria, sono:
l'acquedotto di Bagnara di Nocera Umbra viene
progettato e realizzato tra il 1897 ed il 1899, per portare le acque sorgive
nel Comune di Perugia attraverso una condotta in ghisa da 270 mm per un
percorso di circa 44 km. Negli anni a cavallo tra il 1950 ed il 1960, a seguito
del maggior fabbisogno idrico dei Comuni riforniti da questo acquedotto,
vengono captate anche le acque del pozzo “Aretusa” e della sorgente “San
Giovenale” a Bagnara di Nocera Umbra e trasportate fino a Perugia attraverso
una nuova condotta in acciaio del diametro di 600 mm, il cui percorso è
parallelo al precedente che, da questo momento in poi verrà chiamato “Vecchia
Bagnara”.
Tali acquedotti, ad oggi,
riforniscono una quota parte dei Comuni di Nocera Umbra, Assisi, Perugia,
Corciano, Magione, Passignano e Tuoro sul Trasimeno.
l’acquedotto Scirca nasce negli anni ’30 per
volontà del Comune di Perugia, al fine di reperire nuove fonti di
approvvigionamento a seguito della maggior richiesta di acqua per gli usi
potabili.
Viene realizzato un acquedotto di circa 45 km in ghisa del diametro di 425 mm a
partire dalla sorgente Scirca, posta al confine tra il Comune di Costacciaro e
Sigillo, per arrivare in Perugia al serbatoio di Porta Sant’Angelo.
Negli stessi anni la
società CREA di Torino provvederà al riordino e realizzazione di buona parte
delle reti di distribuzione interne e dei serbatoi della città di Perugia. Ad
oggi la sorgente Scirca adduce le sue acque di ottima qualità, sino a Perugia
con una portata variabile tra 30 e 110 litri al secondo.
Le acque di
falda sono caratterizzate da una presenza elevata di azoto di origine antropica
(agricoltura e zootecnia), motivo che nel tempo ha portato alla necessità di
trattamento tramite rimozione biologica dei nitrati, con successivi affinamenti
su filtri a sabbia e GAC. La disinfezione è assicurata mediante trattamento a
ultravioletti e successiva clorocopertura a biossido di cloro.
Con i progetti PNRR, si sta lavorando per
realizzare un impianto per il trattamento ai fini idropotabili delle acque
superficiali provenienti dall’invaso del Chiascio di Valfabbrica, che andranno
a sostituire gran parte del prelievo fatto dai pozzi di Petrignano.
nell’acqua
di falda è presente per origine naturale l’ammoniaca, il ferro ed il manganese,
motivo per il quale è stato realizzato un adeguato impianto di trattamento per
l’ossidazione e successiva filtrazione su letti di sabbia multistrato. La
disinfezione è assicurata mediante trattamento a biossido di cloro.
l’acquedotto della Media Valle del Tevere è stato realizzato nel
2004; la falda sotterranea presente in uno strato carbonatico in località
Pasquarella di Baschi, viene captata attraverso 6 perforazioni con una portata
massima sino a 300 litri al secondo.
Le acque sono di buona qualità e vengono addotte
attraverso una condotta di circa 45 km del diametro di 500 mm.
Riforniscono buona parte dei Comuni della Media
Valle del Tevere e una quota parte del sistema del Perugino attraverso
l’interconnessione con l’acquedotto di Cannara e Petrignano, in località Brufa.
Il sistema
acquedottistico dell’Alta Valle del Tevere che rifornisce quasi in toto i
Comuni dell’Alta Valle del Tevere da San Giustino sino ad Umbertide, è
approvvigionato da un impianto di potabilizzazione realizzato nel comune di
Citerna, che assicura una serie di successivi trattamenti così organizzati:
• ossidazione delle acque in ingresso all’impianto mediante ozono;
• chiariflocculazione con utilizzo di flocculanti e eventuale tamponatura del pH;
• filtrazione su sabbia;
• nuova ossidazione con ozono;
• filtrazione su GAC;
• disinfezione finale con biossido di cloro
.
La progettazione di questi acquedotti,
che si è sviluppata ed implementata negli anni, reperendo nuovi fonti di
approvvigionamento a seguito del crescente fabbisogno idrico, è stata fatta
tenendo conto della possibilità di un interscambio tra le varie fonti, interscambio
che ha garantito, soprattutto negli anni di emergenza idrica o in caso di
guasti importanti su qualcuna di queste fonti e relative adduzioni, la
possibilità di assicurare a tutti gli utenti il servizio senza soluzione di
continuità attraverso le interconnessioni realizzate.
Dal 2024 un nuovo impianto
di potabilizzazione realizzato a Tuoro sul Trasimeno, proprio sulla derivazione
dell’acquedotto irriguo alimentato dalla diga di Montedoglio, potrà assicurare
l’approvvigionamento idrico dei due comuni di Tuoro e Passignano sul Trasimeno.
Questo impianto è costituito da una vasca di accumulo iniziale ove è possibile
eseguire la eventuale tamponatura del pH, a cui segue un processo di
ultrafiltrazione con membrane (passo da 0,08 μm.) e la disinfezione finale.